Report assemblea: La nostra vita, i vostri confini. Per l’Europa che vogliamo verso il 1 marzo 2016

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Report Assemblea "La nostra vita, i vostri confini. Per l'Europa che vogliamo"

Un’assemblea ricca di interventi e riflessioni quella di ieri sera a Casa Madiba per organizzarsi verso l’appuntamento del 1 Marzo, molto vera per l’attraversamento che l’ha connotata, con uomini e donne degne che si sono confrontati dentro la complessità del presente che viviamo e a partire dai vissuti ed esperienze di ognuno.

L’impegno assunto da tutti/e i/le partecipanti è di restituire la complessità dei nodi affrontati negli appuntamenti pubblici delle prossime settimane, che confidiamo possano vivere del protagonismo, senza distinzioni, di chi afferma quotidianamente la vita delle persone prima dei confini, dei muri, delle leggi. Questi i nodi affrontati che crediamo si debbano esprimere nella giornata del 1 marzo:

Confini esterni

Vari sono i tipi di confini e frontiere che minano i diritti e la libertà dei migranti, dal trattato di Schengen sospeso di fatto da alcuni Stati membri che hanno deciso di ristabilire i controlli alle frontiere anche per i cittadini comunitari, alla Danimarca che poche settimane fa ha approvato il sequestro di tutti i beni dei rifugiati superiori a 1.340 euro per pagare le spese dell’accoglienza. Fino ad arrivare alla Svezia e all’Olanda che hanno annunciato deportazioni di massa per i migranti a cui è rifiutato l’asilo. Tutto questo accade mente l’Austria annuncia la costruzione di barriere e recinzioni sui suoi confini, Brennero compreso, per bloccare e schedare chi scappa da conflitti bellici, cambiamenti climatici, depauperimento delle risorse dei territori. Non ultima la costruzione nel nosto Paese degli HOTSPOT, veri e propri centri di selezione e SMISTAMENTO dei/delle migranti, che pretendono di decidere in pochi minuti chi ha il diritto all’accoglienza e chi invece deve essere rimpatriato.

Politiche immigratorie che stanno sgretolando il patto sociale su cui era stata fondata l’Europa, alimentando e legittimizzando sentimenti xenofobi e razzisti. Ci impegneremo per attraversare le scadenze dei movimenti europei contro i confini nello spirito del #CutTheFences. Ci sono momenti nella storia in cui stare fermi significa essere complici.

Confini interni

I confini non sono però solo quelli dei fili spinati dell’Est Europa o del Mediterraneo. Ogni giorno ci scontriamo infatti con sempre maggiori confini interni, quelli prodotti da politiche di esclusione, marginalizzazione e stigmatizzazione dei poveri che oggi più che mai rispondono ai diktat dell’austerità. Confini che non tengono in considerazione il Paese di origine ma che riguardano tutti e tutte noi. Dal requisito dell’anzianità di residenza introdotto dall’assessore regionale PD alle politiche sociali nel nuovo regolamento ERP che prevede almeno 3 anni di residenza sul territorio regionale per poter far richiesta di un alloggio popolare al nuovo requisito della disponibilità alloggiativa come condizione per il rinnovo del Permesso di Soggiorno richiesto in maniera illegittima dalle Questure italiane.

Un vero e proprio processo di clandestinizzazione dal momento che sposta nell’invisibilità cittadini migranti da decenni residenti In Italia e che favorisce il mercato nero con la compravendita delle dichiarazioni di ospitalità, così come avviene già con i contratti di lavoro e gli attestati di lingua italiana.

Viviamo nella totale assenza di politiche efficaci e risolutive, da quelle per far fronte all’emergenza abitativa (in città si vuole fare passare l’apertura di un progetto di emergenza freddo della durata di 4 mesi come soluzione risolutiva alla realtà di 300 homeless stanziali) a quelle per ammortizzatori sociali e welfare garantito, a politiche degne sul fronte dell’accoglienza e tutto ciò lo si vuole far pagare alle fasce sociali più deboli, il tutto in un quadro dove i progetti di accoglienza emergenziale rappresentano oggi più che mai incubatori di nuovi homeless. #bassoVSalto #AccoglienzaDegnaVSemergenza #UnaCasaPerTutti

Grave Sfruttamento Lavorativo/Precarietà

Leggi come la Bossi-Fini agiscono ormai da anni sulla pelle dei/lle cittadini/e migranti il violento ricatto del vincolo tra lavoro e permesso di soggiorno. In un momento storico come quello odierno, ciò spesso significa mettere a repentaglio il diritto di soggiorno faticosamente conquistato. Dall’altro lato vediamo come dal settore del Turismo a quello dell’Industria dei servizi sociali passando per quello della Logistica (come ci insegna la vertenza Artoni) osserviamo un continuo smantellamento dei diritti e delle tutele non solo per i lavoratori/trici migranti ma per tutta la forza lavoro. Il Jobs act offre una cornice giuridica per garantire a Renzi e alle tecnocrazie europee la docilità della forza lavoro. Al contempo il facchino/a della Logistica assunto come socio lavoratore della cooperativa spuria che gestisce in appalto il magazzino di una grossa multinazionale per condizioni salariali, ricatti e precarietà di vita assomiglia sempre di più all’educatore o all’educatrice dei progetti per l’emergenza profughi, o di qualche appalto o gara nei servizi socio educativi e sanitari. La condizione di genere come quella migrante restringono i diritti: dal furto del salario alla violenza/dominio sui corpi. La precarietà rappresenta a tutti gli effetti un aspetto che caratterizza in toto le vite di tutti e tutte noi e che diviene funzionale ad innalzare il ricatto nonché a spingere verso una guerra tra poveri.
#RedditoPerTutti #SalarioMinimoEuropeo #PermessoEuropeo

Vendita ambulante

Ultimo tema toccato, ma non ultimo per importanza visti i tanti cittadini migranti coinvolti, è quello della vendita ambulante. Aspetto che interessa soprattutto i cittadini provenienti dal Bangladesh e dal Senegal, per gli aspetti culturali e antropologici legati a ciò, da decenni è al centro di una vera e propria “guerra” che mira all’espulsione di queste persone dalla cittadinanza. Su questa “guerra” il Comune di Rimini investe ingenti risorse economiche e personale della PM e delle FFOO, diversamente da quanto accade rispetto ad un fenomeno endemico e strutturale come il Lavoro Gravemente Sfruttato nel Turismo. É di due anni fa la proposta avanzata dal deputato PD Arlotti – di inserire in un emendamento della Legge Finanziaria – l’impossibilità di rinnovo del pds per chi ha anche solo una denuncia per vendita ambulante senza licenza e materiale contraffatto – e non una condanna come accade ora. Spesso a chi viene fermato dal nucleo antiabusivismo vengono fatti dei verbali falsi anche quando non c’è materiale contraffatto, cosa che aggrava la posizione. Molti venditori vengono arrestati e poi processati per direttissima, con veri e propri processi farsa, senza mediatore linguistico, senza poter spiegare le proprie ragioni con avvocati d’ufficio che patteggiano sempre. Patteggiare significa andare incontro ad una condanna definitiva e quindi alla cancellazione e perdita del permesso di soggiorno. La riviera romagnola non è solo fabbrica/distretto turistico della precarietà e del grave sfruttamento ma anche della produzione di clandestinità.
#NoAbusi #MoratoriaPerIVenditoriAmbulanti

Di fronte ad un attacco così violento, che tiene insieme TUTTI, senza distinzione di genere, nazionalità, condizione lavorativa (basso vs alto), la giornata del 1 marzo diventa un’opportunità importante per tenere insieme tutta la complessità dei temi emersi nell’assemblea di ieri sera.

Una tappa di avvicinamento alla giornata di sciopero sociale transnazionale che coinvolgerà tutte le città europee sarà il laboratorio performativo promosso dal Collettivo PERF per costruire la mobilitazione, un laboratorio che si interroga sulla necessità di innovare la comunicazione. Seguirà il presidio #CaseNonFrontiere lanciato per Giovedì 25 Febbraio alle ore 11.30 davanti al Ufficio Immigrazione della Questura di Rimini in via Bonsi, contro il legame disponibilità alloggiativa-permesso di soggiorno, che vuole trasformare l’alloggio in una nuova frontiera e non è previsto da nessuna norma.

Homeless, cittadini/e migranti, precari/e dei progetti di accoglienza emergenziale, studenti/esse, working poor, donne e uomini liberi e degni, ci vediamo il 1 marzo alle 18.00 in piazza Cavour! Per costruire un’altra città, per costruire un’altra Europa, di diritti e welfare per tutti!

#1M #CaseNonFrontiere #NoRacism #OpenBorders #MaiSchiavi

NB: A breve comunicheremo la data in cui vederci per il laboratorio performativo di comunicazione del collettivo → PERF che si svolgerà presso la Casa Andrea Gallo (Don) per costruire insieme il 1 Marzo – Transnational Social Strike!

Casa Madiba Network – Casa Andrea Gallo (Don) per l’autonomia – ADL Cobas Romagna

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