Il proibizionismo ha fallito! Basta ipocrisie…

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Il proibizionismo e la riduzione del danno

Ieri, 3 Agosto, si è svolta presso il Villino Ricci l’Assemblea Pubblica L’Ikea dell’elettronica e l’austerity proibizionista uccidono. Che fare?. La discussione sul tema delle sostanze e sui metodi repressivi usati per contrastarle ci è sembrata doverosa, alla luce degli avvenimenti di quest’estate che hanno visto la Riviera Romagnola più volte coinvolta in scandali e cronache legate al consumo di sostanze e allo spaccio.

Tantissime persone hanno partecipato all’incontro, contribuendo fattivamente alla costruzione di dibattito costruttivo e fuori dai soliti schemi perpetrati dai media e dal populismo che ormai impera sui Social Network.

Dopo l’apertura dell’assemblea, abbiamo ascoltato l’intervento di Leonardo Montecchi, psichiatra della Scuola di prevenzione Bleger, riguardo l’inutilità dei provvedimenti repressivi attuati nei confronti del Cocoricò, ma anche nella quotidiana lotta alla droga. Secondo Leonardo, i giovani andrebbero educati e informati degli effetti delle varie sostanze, in modo da renderli pienamente consapevoli delle loro azioni. La strategia sicuramente più efficace, la storia lo dimostra, è attuare un piano di “riduzione del danno”, che metta in campo forze e risorse mirate a un consumo più responsabile e consapevole, e non certo la minaccia di una persecuzione giuridica di un comportamento considerato illegale.

Anche Max, del Lab57 di Bologna, ha espresso le sue perplessità sul proibizionismo messo in campo per risolvere il problema dell’uso di sostanze. Max da anni svolge un’attività di informazione e riduzione del danno in feste e locali in tutta Italia, e mentre tante cooperative e associazioni si rivolgono a lui per apprendere i protocolli da attuare nelle diverse situazioni di emergenza che si possono verificare, dipendenti dal tipo di sostanza così come dalla qualità della stessa, si trova in difficoltà ad aiutare coloro che, pur trovandosi in serio pericolo di vita, rifiutano o evitano il soccorso anche del 118 per paura di essere identificati e segnalati come consumatori, o peggio. Creare “zone franche” all’interno dei locali e nei centri di aggregazione dove i ragazzi possono ricevere aiuto senza rischiare di essere identificati e denunciati sarebbe sicuramente un buon punto di partenza che, permettendo l’intervento tempestivo di personale preparato, ridurrebbe il carico di lavoro del Pronto Soccorso, in cui ogni sabato notte si riversano decine di persone per l’abuso di alcol e droghe.

Gli Onorevoli Giovanni Paglia (SEL) e Giulia Sarti (M5S) hanno illustrato il DdL sulla legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati, di cui sono entrambi firmatari. Il DdL, qualora fosse approvato, introdurrebbe un Monopolio di Stato (simile a quello dei Tabacchi) per la coltivazione, la lavorazione e la vendita di cannabis ad uso sia terapeutico che ricreativo. Una delle preoccupazioni dei deputati è che lo Stato decida di appaltare la filiera produttiva della cannabis, permettendo alle grandi multinazionali del tabacco di arrogarsi l’esclusiva per la coltivazione e la lavorazione della pianta.

Il DdL prevede inoltre la possibilità di formare i Cannabis Social Club, sul modello già sperimentato in Spagna, che permetteranno di delegare la produzione e la lavorazione della pianta che ciascun cittadino potrebbe intraprendere per uso personale ai responsabili dei Club, che si occuperebbero anche della distribuzione verso i propri affiliati.

La chiusura del Cocoricò per quattro mesi imposta dal Questore Improta, ha ricevuto moltissime critiche ma anche tanti consensi;  in tanti sono concordi sull’inutilità di un provvedimento che si muove nell’ottica di uno Stato che sorveglia, reprime e punisce, tuttavia crediamo che questa non sia la soluzione, così come non sono una soluzione le proposte avanzate dall’ex direttore del Cocorico De Meis, rispetto al Daspo agli spacciatori e all’utilizzo di un tampone all’ingresso dei locali per verificare che gli avventori non avessero già assunto droghe.

Lamberto non è stato salvato dalla videosorveglianza, ne dai cani antidroga.

Serve invertire la rotta delle politiche proibizioniste, ripensare dal basso pratiche mutualistiche e di cooperazione fra tanti, costruire legami e relazioni sociali forti improntati a rompere con la cappa di ipocrisia che ci ha circondato in questi ultimi anni e nelle ultime settimane. Dal sociale alla politica.

In questo senso ad esempio si è dato un fatto inedito ieri sera, si è infatti parlato di antiproibizionismo, di politiche di riduzione del danno, di diritti individuali inviolabili all’interno di un’occupazione abitativa. Coalizzarsi, ricercare percorsi comuni a partire anche dalle diversità di ruoli, competenze e percorsi è fondamentale per chiudere con l’austerity proibizionista e inaugurare un nuovo ciclo di politiche sul tema delle sostanze.

Per questo dall’assemblea è emersa una proposta importante, quella di promuovere gli Stati generali della riduzione del danno e contro l’austerity proibizionista a Rimini. La proposta è stata accolta con interesse e a fine agosto, primi di settembre ripartirà la macchina organizzativa che ha portato alla costruzione della partecipatissima assemblea di ieri.

Lo dobbiamo alle tante vittime innocenti del proibizionismo, e a quelli che verranno.

Seminiamo indipendenza!

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