Sanatoria 2020: ancora ritardi, mancate risposte, prassi illegittime e discriminatorie

condividi su:

Venerdì mattina, dopo la consueta assemblea settimanale, gli abitanti si sono divisi in gruppi per ragionare insieme e scambiare riflessioni sulla situazione di stallo che sta interessando le procedure di emersione previste dalla Sanatoria 2020 (inserita nel decreto Cura Italia e conclusasi il 15 agosto scorso), su tutto il territorio nazionale e sulla condizione delle decine di migliaia di persone che stanno ancora attendendo di avere risposta.

Persone che da ormai 7 mesi si trovano bloccate, con la vita appesa, senza poter accedere ai servizi, svolgere un lavoro diverso da quello per il quale hanno chiesto l’emersione e avere un medico di base. Altro che tutela della salute! Persone tuttora invisibili. E tutto questo dopo aver fatto fronte a una spesa di 500 euro a testa per presentare la richiesta, contributi che lo Stato ha incassato per un totale di 94 milioni di euro.

Al contrario di quanto proclamato, queste persone rimangono invisibili per lo Stato, anche di fronte all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo da un anno. A Rimini la stragrande maggioranza delle pratiche non sono state ancora concluse e lo Sportello Unico Immigrazione della Prefettura non risponde alle telefonate né alle pec. Crediamo che questo sia inaccettabile e che sia ora di pretendere delle risposte.

Il 54% delle persone senza tetto a Rimini sono migranti, numeri ingrossati dai progetti di accoglienza emergenziale per richiedenti asilo. La maggior parte degli abitanti di Casa Gallo sono migranti provenienti da paesi dell’Africa Subsahariana; sanno bene cosa significa avere la vita appesa a un documento. Sanno bene cosa significa non avere il permesso di soggiorno. Sanno bene cosa siano le frontiere materiali e quelle immateriali. Due di loro attendono da 7 mesi di essere regolarizzati, e si trovano a dover proseguire per altro tempo quella vita vissuta in sospeso, nell’invisibilità, a cui avevano dovuto far fronte per già troppo tempo.

Crediamo che la loro voce sia fondamentale, che sia in italiano, inglese, francese, mandinka o bambara. Per questo in ogni gruppo ci si è confrontati in una lingua diversa, a seconda di quelle parlate meglio, per poi mettere in ordine e trascrivere i pensieri emersi, attraverso un importante lavoro di squadra!

Questi saranno i contributi che porteremo di fronte alla prefettura! Questo è quello che facciamo, sostenere le persone senza tetto verso progetti di autonomia di cui anche loro siano parte. L’obiettivo è quello di costruire, dopo la campagna della scorsa estate con l’HELP Line regionale promossa insieme ad alcune associaizoni regionali e ad ADL Cobas Emilia Romagna, un presidio informativo e richiedere un incontro al Prefetto.

UNA CASA PER TUTT*
NESSUN ESSERE UMANO È ILLEGALE!

condividi su: