SOSTIENI CASA MADIBA, SUPPORTA LE SPESE LEGALI!

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Mesi e settimane impegnative e dense per noi anche sul profilo legale!

Se infatti negli scorsi mesi ci sono arrivate notizie positive con la prescrizione dei procedimenti che ci vedevano indagati per la contestazione all’ex ministra Cancellieri (17-11-2012) e per il partecipatissimo corteo studentesco promosso dopo quei fatti (24-11-2012), la nostra settimana è iniziata con il rinvio dell’udienza del procedimento relativo allo sciopero sociale del 14-11-2014 e giovedì 3 dicembre dovremo affrontare altre due udienze relative al procedimento per i fatti della Conad del 26 marzo 2016 e al procedimento avviato per lo sciopero studentesco del 10-10-2014.

Ci sembra importante prendere voce rispetto a questi fatti perché da un lato questi fanno parte della nostra storia: quello che abbiamo conquistato e costruito in questi anni; dall’altra perché abbiamo imparato bene come i tribunali non siano terreni neutri e riteniamo importante prendere parola quando si parla dei percorsi che abbiamo costruito, di ciò che siamo.


Pensiamo ad esempio che quanto si è dato nel marzo 2016 davanti alla Conad di via Dario Campana non fosse una banale coincidenza ma una quinta costruita ad arte. Lasciare la possibilità a Forza Nuova, formazione neofascista, di promuovere una pseudo raccolta alimentare in un quartiere che già da alcuni anni vedeva la presenza e un lavoro attivo da parte di strutture di accoglienza per persone senza dimora, spazi aggregativi, sociali, culturali, antirazzisti e meticci, progetti di mutualismo e sostegno come il guardaroba solidale e le caritas parrocchiali, non possa essere una svista. Così come il mancato pattugliamento del presidio dei neofascisti in quella giornata, non poteva essere un’altra svista. Acconsentire a questi soggetti, che sotto i giacconi quella mattina avevano delle catene di ferro ( messe in bella mostra), di portare sentimenti e parole di odio, violenza, intolleranza cavalcando le più becere pulsioni populiste e razziste, aveva ben altri obiettivi, e trasformare un tumulto antifascista in un assalto armato di spranghe e bastoni di ferro da parte nostra, come peraltro sostenuto e animato da una campagna mediatica senza precedenti con ricostruzioni del tutto campate in aria, non solo non racconta la realtà dei fatti, ma fa il preciso gioco dei fascisti. Fare le vittime ancora una volta. Ma un aspetto positivo c’è, quel tumulto antifascista un obiettivo l’ha raggiunto. Mai più iniziative di gruppi di estrema destra si sono svolte davanti alla Conad di via Dario Campana dopo quei fatti.

Casa Madiba Network, e soprattutto gli attivisti e le attiviste che in questi anni hanno attraversato quello spazio,  ha sempre dimostrato di essere un presidio di democrazia sul territorio e nel quartiere, per i servizi che offre, per quello che promuove, per l’attivazione e il coinvolgimento di chi il quartiere lo vive.

Uno spazio sociale dove si mettono in pratica le risposte mutualistiche per le persone che sono in difficoltà, Una casa per i senza tetto, un mercato dei produttori locali, una cucina e pizzeria sociale, un percorso urbanistico partecipato, un guardaroba solidale per senza dimora, una staffetta e raccolta solidale per i nuclei famigliari o singoli in precarietà economica e abitativa.

Forza Nuova è un movimento noto alla cronaca giudiziaria per un’infinità di episodi di violenza praticata e agita su tutto il territorio nazionale, per l’offesa continuativa alla Repubblica e alla Costituzione nata dalla Resistenza, per la propaganda razzista e xenofoba, così come gli allora attivisti oggi riciclati sotto altre vesti e in altre organizzazioni di estrema destra.

Rimini vuole abituarsi al fatto che si svolgano davanti ai suoi supermercati presidi che provocano e offendono i lavoratori migranti e le persone più povere?

Le forze dell’ordine e le istituzioni tutte ritengono normale che si svolgano manifestazioni all’insegna dell’intolleranza e della violenza verbale, se non della minaccia fisica? Questi sono gli interrogativi che avrebbero dovuto aprire i fatti del 26 ottobre 2016, non il processo agli e alle antifasciste.

Vi è poi la manifestazione del 10 ottobre 2014 (https://www.casamadiba.net/post/udienza-10-ott-2014/), di un autunno e di anni in cui si stava creando una consapevolezza e attivazione forte ed importante tra studenti e studentesse delle scuole superiori che provavano a prendere parola rispetto alle politiche di tagli, definanziamenti e smantellamento del sistema formativo e scolastico, sistema che durante la pandemia ha mostrato tutte le sue lacune. Studenti e studentesse che avevano a Casa Madiba Network un proprio spazio di ritrovo, aggregazione, condivisione, scambio. Uno spazio in cui potevano ritrovarsi dopo la scuola, libero da logiche di consumo e mercificazione, in cui crescere a partire dalle tante contraddizioni che si trovavano a vivere. Capendo sulla loro pelle che senza un proprio protagonismo sociale le cose prenderanno sempre lo stesso corso. L’azione repressiva non tardò ad arrivare e furono proprio quelli gli anni in cui ad ogni battito di ciglia, ad ogni presidio, manifestazione, iniziativa pubblica piovevano denunce. Anche quando le accuse avevano pochi punti di contatto con la realtà dei fatti, tanto da incolpare una studentessa di 17 anni e 40 kg di aver provocato 8 giorni di prognosi ad uno dei responsabili della gestione dell’ordine pubblico in piazza la mattina del 10 ottobre 2014.


Nelle prossime settimane, prima delle festività, ci saranno altre udienze. Negli scorsi anni abbiamo sempre tenuto un riflettore acceso attraverso diverse iniziative su questi temi, contro la repressione e sulla legittimità del dissenso allo status quo, sulle spinte e torsioni autoritarie, sull’importanza di difendere e sostenere pratiche mutualistiche e di solidarietà dal basso. 

Quest’anno la pandemia in corso ci toglie la possibilità di organizzare le nostre cene benefit e di supporto per le spese legali. Ma le spese ci sono ugualmente e oltre a quelle per la difesa legale delle attiviste e degli attivisti si sommano quelle quotidiane per la gestione degli spazi che però sono chiusi.
Se da un lato tutte le iniziative culturali e di autofinanziamento (serate, spettacoli, presentazioni di libri, ecc) sono ferme, bloccando nei fatti i canali classici con cui ci sosteniamo, dall’altra le progettualità sociali e di risposta ai bisogni non si sono mai fermate.

Ogni volta che la porta di Casa Madiba si apre, per i progetti di mutuo-aiuto, per gli Sportelli, per preparare i pacchi alimentari per la Staffetta Solidale ci sono dei costi vivi.

Ecco perché quest’anno vi chiediamo di continuare a sostenerci, ancora di più.

Lo potete fare attraverso:
– il sostegno al Crowdfunding “Madiba Rise Up” qui trovate tutte le info: MADIBA RISE UP

– un versamento al c/c intestato all’ass. Rumori Sinistri –
CODICE IBAN IT68B0327324200000300106272 – causale “Supporto spese legali”

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