VOGLIAMO CASA, SALUTE, REDDITTO, WELFARE E DIRITTI PER TUTTI E TUTTE!

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Gli Sportelli per il diritto all’abitare di ADL Cobas Emilia Romagna prendono parola!

Ai nostri Sportelli, nelle ultime settimane in particolare, stiamo raccogliendo richieste di un numero sempre più crescente di persone su cui pende uno sfratto (giunto molto spesso alle prime difficoltà di pagamento) oppure costrette ad abbandonare la propria abitazione poiché i proprietari non acconsentono ad una riduzione del canone. Si tratta per lo più di nuclei e singoli che nonostante le difficoltà legate a lavori poveri, precari e sottopagati erano riusciti fino ad ora a pagare l’affitto. La crisi sanitaria, e le conseguenti crisi ad esse correlate, hanno messo a nudo le contraddizioni prodotte dall’attuale sistema economico e sociale (che oggi più che mai vuole imporci di scegliere tra salute e lavoro, assumendo che alcune vite siano sacrificabili). A queste si sono aggiunte forme di sostegno al reddito esclusive ed inadeguate. Tante le richieste anche da parte di chi una casa non riesce a trovarla a causa di un forte e diffuso razzismo negli affitti.

All’interno di questo quadro critico, la richiesta di Confedilizia, espressione della peggior destra palazzinara, di revocare il blocco degli sfratti (per ora approvato fino a fine Gennaio 2021) appare davvero grottesca.

Non è da meno ACER, l’azienda che gestisce l’edilizia popolare in Emilia-Romagna. A Bologna, giusto per fare un esempio, il presidente Alberani criminalizza povertà e disagio, affermando di poter risolvere i problemi dei caseggiati popolari – lasciati all’incuria, all’abbandono, alla solitudine – mandando più polizia e assumendo qualche unità nell’ufficio disciplina, dedito ad accogliere i reclami, mentre i tempi per gli interventi, l’assistenza, i subentri e le manutenzioni si allungano sempre più, aumentando la condizione di precarietà e insicurezza di chi l’edilizia pubblica la vive. E le liste di persone che non potranno accedere alla casa, nonostante ne abbiano i requisiti, sono sempre più lunghe. In beffa a tutto ciò, nella città di Rimini, stiamo assistendo ad una campagna di affissioni pubbliche #iovivopopolare dal non ben precisato obiettivo, considerato che anche nella città rivierasca il numero di persone in lista di attesa di un alloggio popolare è circa di duemila unità e l’aumento del parco immobiliare pubblico sia un’utopia. Altrochè #iovivopopolare, di questo passo #iovivoinstrada!

Incapacità di analisi dei problemi reali abitativi, come quelli che abbiamo appena citato, uniti a una mancanza totale di una strategia, si traducono in una precisa NON volontà politica, da parte di queste amministrazioni, di adottare soluzioni e idee di lungo periodo e non emergenziali, che mettano un freno a una bolla che nei prossimi mesi non potrà che esplodere, esplosione che sarà ancora più fragorosa, visto il contesto pandemico.

Ma noi non ci stiamo.

Non stiamo al gioco di chi, volendo lucrare sulla pelle dei più deboli, chiede l’annullamento del blocco degli sfratti.

CHIEDIAMO ANZI, VISTO IL PROLUNGARSI DELLA PANDEMIA, CHE IL BLOCCO DEGLI SFRATTI VENGA PROLUNGATO, E CHE LE ISTITUZIONI SI PONGANO DA GARANTI PER I SINGOLI E LE FAMIGLIE CHE IN QUESTO CONTESTO NON HANNO UN’ALTERNATIVA IN CUI VIVERE, O CHE NON TROVANO UNA NUOVA CASA A CAUSA DELLE DISCRIMINAZIONI RAZZIALI.

CHIEDIAMO CHE ACER ABBANDONI LA STRADA DELLE STRATEGIE SECURITARIE E SLOGAN DI FACCIATA, E CHE SI ORGANIZZI PER UN PIANO STRAORDINARIO DI MESSA IN SICUREZZA DEGLI APPARTAMENTI, nonché DI ALLARGAMENTO DEL PROPRIO PATRIMONIO MOBILIARE, PER POTER RIDURRE CONSIDEREVOLMENTE LA LISTA DELLE PERSONE CHE DA ANNI SONO IN ATTESA DI UN ALLOGGIO E GARANTIRE IL PIENO ACCESSO ALLA CASA.

Alcune settimane fa inoltre, la Regione Emilia Romagna ha stanziato un fondo di oltre 6 milioni di euro con il fine, tra le altre cose, di “..favorire l’accoglienza delle persone senza fissa dimora….” Alle istituzioni chiediamo, come sono stati spesi questi fondi?

A Rimini, l’unica azione prevista dopo mesi di silenzio, in cui 2 dormitori su 3 sono chiusi dal 24 Febbraio e la maggior parte dei servizi essenziali per le persone senza dimora sono stati sospesi è l’attivazione del piano freddo con solo 30 posti letto a disposizione, che vanno peraltro a sostituirsi ai posti letto ORDINARI dei dormitori chiusi da febbraio. Dove sarebbe la risposta STRAORDINARIA rispetto all’attuale contingenza?!

Allo stesso modo anche Bologna non ha visto sul proprio territorio un‘implementazione dei posti letto e delle strutture per l’accoglienza delle persone senza dimora nonostante l’aumento, lento ma costante, delle persone che stanno per strada, fatto ancor più grave in un contesto pandemico. Sono forse vite sacrificabili quelle degli ultimi?

CHIEDIAMO CHE VENGA ANTICIPATA L’APERTURA DEL PIANO FREDDO, CHE LE PERSONE, A MAGGIOR RAGIONE DURANTE QUESTA SECONDA ONDATA PANDEMICA, VENGANO TUTELATE E ACCOLTE. DI POSTI VUOTI, SGOMBERATI NEGLI ANNI, PRODOTTI DALLE SPECULAZIONI ED ABBANDONATI, IN DISUSO, CONFISCATI A CHI HA LUCRATO E SFRUTTATO, CE NE SONO A DECINE: E’ GIUNTO IL MOMENTO DI UTILIZZARLI!

Ci troverete non solo ai nostri sportelli, ma davanti alle porte di chi subirà una sfratto, davanti alle agenzie che non daranno una casa a chi è straniero o straniera, a cercare, insieme alle persone che un tetto non ce l’hanno, soluzioni condivise e reali che possano restituire una vita degna. A tutti e a tutte.In un contesto di crisi, che ci spinge alla solitudine e all’isolamento, lanciamo anche un appello a chi, come noi, non si vuole arrendere, ma vuole risolvere collettivamente e con la lotta questi problemi.

Supportiamo e sosteniamo lo SCIOPERO NAZIONALE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DEL SOCIALE promosso per Venerdì 13 Novembre per reclamare insieme forme di welfare inclusivo, universale, il pieno accesso al diritto alla salute per tutti/e, per chiedere investimenti e politiche sociali ed abitative nuove.

E riportiamo che Sabato 14 novembre saremo in piazza a Bologna contro precarietà, privilegi e esclusione per ribadire che in un periodo di emergenza come quello che stiamo affrontando non possiamo accettare che la crisi pesi sulle spalle dei/delle più deboli.

VOGLIAMO CASA, SALUTE, REDDITTO, WELFARE E DIRITTI PER TUTTI E TUTTE!

Hai difficoltà a pagare l’affitto? Hai ricevuto una lettera di intimazione di sfratto? Stai cercando un alloggio ma l’unica risposta che hai avuto è <<Non affittiamo agli stranieri>>?
Contattaci con un WhatsApp al 320 1143966

Foto di copertina: Gazelle Tari

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