Con 17 voti favorevoli e 5 astenuti, nella seduta di ieri sera il Consiglio Comunale di Rimini ha approvato il secondo Ordine del Giorno dal titolo “Ricostruire Kobanê” in sostegno alla popolazione di Kobanê e all’esperienza del confederalismo democratico del Rojava presentato dai consiglieri comunali Fabio Pazzaglia e Savio Galvani.
Dopo l’OdG approvato lo scorso 13 Novembre e il presidio/conferenza stampa promosso in città per le vittime del gravissimo attentato al centro culturale Amara a Suruç, continua il lavoro sul territorio tra realtà sociali e istituzioni.
Lavoro che auspichiamo sia accompagnato a breve dalla realizzazione di Patti di Amicizia tra il Comune di Rimini e le municipalità curde, come segnale concreto di sostegno alle tante donne e ai tanti uomini che in questi ultimi giorni, dopo l’interruzione da parte di Erdogan del ‘cessate il fuoco’ voluto nel 2012 da Öcalan e l’operazione anti-terrorismo (venduta come anti-ISIS) che il Presidente turco sta sferrando contro i curdi (1050 arresti al quinto giorno dall’inizio delle operazioni militari), continuano con ancor più intensità e determinazione la difesa di un progetto che persegue “libertà, giustizia, dignità e democrazia, nel rispetto del principio di uguaglianza e nella ricerca di un equilibrio ecologico, proclamando un nuovo contratto sociale, basato sulla reciproca comprensione e la pacifica convivenza fra tutti gli strati della società, nel rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, riaffermando il principio di autodeterminazione dei popoli” come si legge nella Carta del contratto sociale del Rojava.
Un progetto di giustizia sociale, per l’umanità e la dignità dei popoli da perseguire per la costruzione di una nuova Europa dei diritti contro l’austerità e la dittatura della finanza.
Di seguito il testo dell’Ordine del Giorno approvato “Ricostruire Kobanê”:
Ricostruire Kobanê
Premesso
- che in data 13 novembre 2014 è stato approvato a larga maggioranza e senza voti contrari un ordine del giorno per il sostegno alla comunità di Kobanê e al popolo Curdo che era ed è oggetto di attacchi da parte delle forze armate dell’ISIS, provenienti da più parti del territorio Siriano e dalla Turchia attraverso gli sconfinamenti dal versante nord;
- che, in particolare, si assumevano i seguenti impegni:
- esprimere solidarietà a Kobanê e sviluppare iniziative di solidarietà dando a questo esperimento democratico una possibilità in più;
- chiedere al Governo Italiano di supportare la richiesta di apertura di un corridoio umanitario ed inviare gli aiuti umanitari già annunciati, affinché l’Italia – forte del semestre italiano in Europa – svolga un ruolo decisivo per fermare l’ISIS anche attraverso l’invio immediato di aiuti umanitari in soccorso delle popolazioni colpite e per incentivare i processi di democratizzazione e autodeterminazione del popolo curdo;
- chiedere al Governo Italiano di riconoscere l’autonomia Kurda e promuovere nel parlamento Europeo l’autodeterminazione del popolo kurdo;
- chiedere la cancellazione dalla black list internazionale del PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, oggi ingiustamente equiparato ai terroristi, e la liberazione immediata di Abdullah Öcalan, il fondatore e leader storico dei guerriglieri curdi.
Preso atto
che solo parzialmente è stato possibile realizzare gli impegni che si sono indicati nell’OdG, nonostante sia stato alto il sostegno materiale e concreto di diverse associazioni non governative che hanno sostenuto con ogni mezzo la lotta di liberazione di Kobanê, assunta come simbolo e baluardo contro le barbarie e le violenze di ogni genere;
Considerato
- che per mezzo della partecipazione attiva di donne e uomini che hanno combattuto strenuamente, la città di Kobanê può dirsi liberata dall’oppressione diretta da parte degli integralisti islamici, anche se la città è ancora oggetto di frequenti attacchi terroristici kamikaze (come quello accaduto il 20 luglio scorso) che rendono incerta la ripresa della vita ordinaria nella città e la sua stessa ricostruzione (oltre l’ottanta per cento degli edifici è andato distrutto dai bombardamenti);
- che dei 525.000 civili del Cantone di Kobanê, solo 25.000 risiedono attualmente all’interno di Kobanê. Dei rimanenti civili, 200.000 sono al momento intrappolati in Turchia e il resto è sparso in diversi paesi. Sono tutti in attesa di tornare alle proprie case. Al fine di facilitare un sereno rientro dei rifugiati nelle loro legittime case, occorre superare una serie di ostacoli;
- che la città è piena di bombe inesplose e mortai. I bambini giocano in strada accanto alla reale minaccia rappresentata da tali bombe. Solo nell’ultima settimana, 6 persone sono morte a causa di queste bombe. Nei villaggi circostanti Kobanê, ISIS ha lasciato le case piene di esplosivi mortali, il che rende molto difficile per le forze di liberazione procedere in modo efficace. Fino a che tutte le bombe e gli esplosivi non saranno rimossi da Kobanê, la città e i villaggi non saranno sicuri, e i rifugiati che vivono nei campi in Turchia non potranno tornare alle loro case;
- che il progetto del Rojava ha avuto ufficialmente inizio il 27 gennaio 2014, ma ha dovuto affrontare un embargo fin dal gennaio 2013 contro i tre cantoni democratici di Kobanê, Afrin e Cezire. Giunge con forza la richiesta alla comunità internazionale della sua revoca immediata poiché sta ostruendo la ricostruzione di Kobanê. Infatti, senza un corridoio umanitario che consenta di fornire materiale medico e altri aiuti così come materiali per la ricostruzione, Kobanê non può essere ricostruita.
Il Consiglio Comunale condanna fermamente ogni attacco determinato a colpire la popolazione civile ed in particolare esprime solidarietà alle popolazioni curde di Suruç, distretto di Urfa, dove sono stati presi di mira circa 300 membri della Federazione delle associazioni della gioventù socialista, dove un’esplosione ha trasformato il giardino del Centro culturale Amara in un bagno di sangue; il bilancio è di 32 morti, la maggior parte ragazzi. Erano in partenza per Kobanê, dove avrebbero voluto costruire una biblioteca, ripiantare un bosco, mettere in piedi un campo giochi. Sogni spazzati via dall’esplosione. Dopo 45 minuti dall’attacco di Suruç, un’altra esplosione a Kobanê davanti all’Asayis di Kobanê ha ucciso alcuni membri dello YPG.
Il Consiglio comunale, inoltre, impegna il Sindaco e la Giunta ad attivare percorsi di affratellamento con la comunità di Kobanê, derogando anche dai limiti statuari sulle città gemellate con il Comune di Rimini.
A promuovere progetti di cooperazione internazionale per il sostegno umanitario e di sostegno alla ricostruzione di Kobanê.
A sollecitare il Consiglio dell’Unione Europea e la Commissione europea affinché promuovano azioni concrete verso la Turchia su tutti i capitoli bloccati, rivitalizzando il negoziato e in particolare la immediata riapertura dei negoziati sui capitoli 23 (Sistema Giudiziario e Diritto) e capitolo 24 (Giustizia, Libertà e Sicurezza).
Fabio Pazzaglia – Consigliere Fare Comune
Savio Galvani – Consigliere Rifondazione Comunista