“Contrastare discriminazioni e criminalizzazione delle persone che si prostituiscono” di Giulia Garofalo Geymonat Università Ca’ Foscari Venezia

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Pubblichiamo di seguito l’intervento di Giulia Garofalo Geymonat dell’Università Ca’ Foscari Di Venezia, intervenuta ieri al Consiglio comunale tematico sulla prostituzione, che coglie alcuni elementi importanti per poter affrontare davvero il fenomeno e mettere in campo politiche concrete e non solo risposte repressive e stigmatizzanti. Eravamo presenti anche noi come Gruppo di Autodifesa Transfemminista (Pride Off//Non Una di meno//Casa Madiba Network) durante tutta la durata del Consiglio tematico.

Alcuni stralci: “La nostra priorità deve essere oltre all’ordine pubblico e alla lotta allo sfruttamento, quella della lotta alla discriminazione. In questa situazione, ogni forma di criminalizzazione è dannosa perché aggiunge lontananza dalle istituzioni, dagli ospedali, dalle associazioni etc..
Mentre ci adoperiamo per allargare le alternative di accesso al reddito per questi gruppi di persone, è importante che non le puniamo e discriminiamo ulteriormente. Questo è tra l’altro l’impianto principale della Legge Merlin – che ci indica di reprimere lo sfruttamento ma non le donne che fanno prostituzione, e neanche gli scambi che esse hanno con i loro clienti. Questo lo dicono anche organizzazioni internazionali governative e non, quali Amnesty International, Human Rights Watch, vari Fondi e Programmi delle Nazioni Unite, organizzazioni contro la tratta come La Strada International o GAATW, per i diritti delle persone LGBT, come ILGA Europe, o dei migranti come PICUM, oltre che alle organizzazioni di sex worker, quali ESWA in Europa.

Chi fa ricerca sulla violenza nella prostituzione ci dice che gli uomini che agiscono violenza contro le persone che fanno prostituzione non sono effettivamente clienti, nel senso che non ricercano sesso a pagamento, ma invece sono stupratori che approfittano della vulnerabilità di chi fa prostituzione sapendo che resteranno impuniti.

Le forme di criminalizzazione non aiutano, anzi peggiorano questi comportamenti. Infatti quello che ci dicono i dati sui Paesi che hanno introdotta la criminalizzazione dei clienti (Svezia, Francia) è che, la prostituzione non diminuisce come neanche la tratta, nascondendosi ancora di più, questo porta a una perdita di potere di negoziazione delle donne nei confronti dei clienti, e infatti ad un aumento dei rapporti a rischio e degli abusi di potere. Questo, insieme all’aumento di sfruttamento e discriminazione, è un altro effetto della criminalizzazione che va a peggiorare le condizioni delle donne, persone trans ecc.., che si trovano a fare prostituzione, incluse quelle in situazione di tratta.”

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