La crisi climatica uccide! Organizziamoci a fianco delle popolazioni colpite

condividi su:

L’alluvione che ha colpito nelle ultime 72 ore metà della nostra regione ci presenta un quadro già oggi devastante: al momento sono ufficialmente 14 le persone morte, decine i dispersi, oltre 10 mila evacuati e innumerevoli danni alle cose e ai territori.

Una conta assolutamente temporanea poiché la situazione è ancora in costante evoluzione, e ancora non ci permette di comprenderne le reali dimensioni e gli impatti profondi che tutto questo avrà.
Le zone collinari dell’entroterra e dell’appennino romagnolo e bolognese, insieme alle pianure delle provincie costiere sono state teatro di un evento calamitoso raro, ma innegabilmente inserito all’interno del frame di crisi climatica generata dal modello di sviluppo capitalistico, che si presenta con sempre più frequenza nella combinazione di eventi meteorologici estremi, cementificazione e consumo di suolo crescente, scarsa manutenzione dei territori e degli ecosistemi dei fiumi, rendendo i territori fortemente antropizzati poco reattivi e sconvolgendo le vite singole e dei nostri territori.

Dobbiamo però cercare di andare per ordine.

In queste ore frenetiche di vera e propria emergenza, riteniamo innanzitutto necessario mettere in campo tutte le azioni e pratiche, anche a livello sindacale, a tutela di chi è stato colpito direttamente dall’alluvione ed in particolare delle figure più vulnerabili. Sappiamo come nell’emergenza le fasce più deboli e precarie sono coloro che pagano il prezzo più elevato.

Bisogna innanzitutto garantire la sicurezza delle popolazioni e di chi lavora pretendendo la sospensione delle attività nelle zone colpite, senza alcuna forma di pressione o di sottovalutazione dei rischio. È necessario quindi evitare ogni ricaduta economica diretta sui lavoratori e le lavoratrici, come qualsiasi decurtazione salariali, e l’attivazione di strumenti straordinari di tutela reddituale, come abbiamo richiesto da subito rispetto ad esempio alla questione educatorə delle scuole e con i lavoratori della logistica interessati dalla chiusura di alcuni magazzini.

Inoltre va tutelato in particolare in questo momento la sicurezza e l’accoglienza per tutt* comprese le crescenti fasce di popolazione per cui il diritto all’abitare non è garantito da meccanismo di invisibilizzazione, impoverimento e marginalizzazione sociali.

Al pari riteniamo necessario contribuire con azioni di sostegno e solidarietà attive, in coordinamento le strutture ufficiali e insieme alle tantissime volontarie che si stanno attivando a partire dalle reti di solidarietà e intervento sociale presenti nei territori.
Consapevoli che tanto ci sarà da fare in queste ore ma ancora di più nei giorni prossimi, e che sarà soprattutto in questa prima fase è doveroso osservare le indicazioni per evitare eccessiva improvvisazione in quadro ancora fortemente rischioso e di oggettiva difficoltà anche nelle vie di comunicazione.

Ci stiamo già attivando per dare il nostro contributo in questo senso, fornendo in seguito ulteriori indicazioni per chi volesse attivarsi, in rete con le/gli iscritti all’ADL Cobas e le realtà alleate nei territori, a partire dalla messa a disposizione della nostra sede sindacale di Forlì, una volta rimessa in sesto dopo l’allagamento subito.

Allo stesso tempo non possiamo sottacere sui fattori politici ed sistemici alla base di eventi come questo. È innegabile che le alluvioni di queste ore sono i frutti malati di un modello di sviluppo che si regge sullo sfruttamento delle persone, degli animali non umani, dei territori e sulla ricerca spasmodica di profitti, il cui carburante principale è rappresentato dai combustibili fossili.

Un modello che quotidianamente cerchiamo di sovvertire, poiché genera ingiustizie climatiche e sociali a livello globale e anche nei nostri stessi territori, ma che al contrario è sostenuto in maniera pressoché trasversale dalla classe politica ed economica nella nostra Regione e nel Governo nazionale, rappresentato nelle politiche di consumo di suolo, di investimento in grandi opere legate alle fonti fossili e in settori economici, come la logistica, che uniscono non a caso queste caratteristiche a condizioni lavorative e sociali precarie che aumentano le diseguaglianze nella generazione di grandi profitti privati. Il “Patto per il lavoro e il clima” è un degno manifesto di tali scelte politiche.

Piangere oggi i morti e le devastazioni, promettendo interventi tempestivi e sostegni, servirà a poco che se non si sovverte da subito e radicalmente la direzione delle scelte politiche e di un modello di sviluppo alla base degli eventi catastrofici a cui oggi assistiamo da vicino, per dire NO alla dipendenza dai combustibili fossili e Sì alla giustizia climatica e sociale.

PER CONTATTI

ADL FORLI’/CESENA: Tel. 349 9745299

ADL BOLOGNA: Tel. 380 7887043

condividi su: