No allevamento Fileni: “La politica dei contadini. Il momento di agire”

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“La politica dei contadini – parte seconda. Il momento di agire”
Un nuovo contributo sul blog Dalla parte del cavolo, in continuità con il precedente a partire dalla situazione che si sta creando in Valmarecchia e alla battaglia del Comitato PER la Valmarecchia contro la realizzazione dell’allevamento Fileni.

“Ci sono una serie di concetti che utilizziamo spesso per descrivere fenomeni globali e di ampia portata: industrializzazione dell’agricoltura, agribusiness, estrattivismo, mercificazione e finanziarizzazione del cibo, ecc.
Non sono però raffigurazioni astratte, sganciate dalla realtà sociale, economica ed ecologica dei nostri territori.
Ce ne accorgiamo quando li vediamo dispiegarsi con violenza e ci troviamo faccia a faccia con le trasformazioni che producono nei paesaggi che siamo abituati ad osservare e a vivere.
Nel nostro territorio sta avvenendo qualcosa che evidenzia e rende palesi queste interazioni tra processi globali e contesti locali. Parliamo dell’insediamento di un allevamento avicolo intensivo tra le colline dell’alta Valmarecchia e della resistenza che questo progetto sta incontrando tra gli abitanti della valle che si sono organizzati per bloccarlo.
Si tratta a nostro parere di una situazione che dovrebbe parlare a tutti coloro che hanno a cuore il futuro e la salute delle campagne e che mostra l’urgente necessità di aggregare chi si occupa di sovranità alimentare ed agroecologia attorno ad una prospettiva di attivazione politica e ad una contro-narrazione in grado di contendere terreno – in senso sia materiale che figurato – alle forze dell’agribusiness e ai loro sostenitori.
Insomma, la Valmarecchia in questo momento è un prisma attraverso cui osservare i fenomeni che investono il mondo rurale, comprendere gli spazi di resistenza possibili, riflettere sul modo di riempire e animare questi spazi.
Attraverso questo caso specifico mettiamo dunque in evidenza alcuni processi generali che mostrano l’urgenza di una riflessione sui modelli di sviluppo agrario e sulla sovranità alimentare.
Tale riflessione rimanda alla necessità di elaborare un orizzonte strategico e un piano d’azione efficaci. Tutto ciò non può che passare, attraverso un percorso di confronto, convergenza e messa in rete delle esperienze di resistenza del mondo rurale e contadino con lo scopo di costruire uno spazio politico condiviso e una sua presenza forte e autorevole nello spazio pubblico”

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