In poco più di 48 ore, l’appello promosso da 21 firmatar* e rivolto al Sindaco di Rimini che sta mettendo a repentaglio l’esperienza generativa di nuovo welfare che si è sviluppata attraverso progetti come quello di Casa Madiba e Casa Don Gallo, incuneando fra le due realtà un Centro servizi a bassa soglia senza alcuna concertazione e senza alcuna partecipazione né dei residenti, né di chi ha faticosamente fatto crescere i due progetti, ha superato le 1000 adesioni.
Durante il sopralluogo di ieri dei tecnici comunali e dell’Assessore, ci è stato comunicato che Giovedì 6 Luglio vogliono iniziare con il cantiere e che non sono state trovate soluzioni degne rispetto alle richieste che abbiamo avanzato per poter proseguire con le attività (qui per approfondire).
Prendiamo atto che nonostante un appello al sindaco che ha raccolto in 48 ore più di MILLE adesioni, a fronte di una mobilitazione popolare che ha dimostrato come questo ecosistema sia una ricchezza per la biodiversità umana che porta con sé, Palazzo Garampi vuole proseguire con l’attività di devastazione e saccheggio di questa ricchezza.
Per prima cosa dobbiamo uscire dalla logica di considerarci elementi estranei, parassiti di questo territorio come vogliono farci credere dal Palazzo.
Noi non siamo parassiti, siamo parte integrante di questo ecosistema e quindi non possiamo essere scacciati, non siamo dei topi che si mettono in gabbia davanti al piazzale e si fanno recintare, ma siamo come le coccinelle che stanno in situazioni di conflitto in maniera proattiva/propositiva. Senza le coccinelle le nostre piante sarebbero devastate dagli afidi, quindi noi siamo come le coccinelle che presidiano questo territorio e teniamo vivo questo ecosistema.
E siamo anche come questi due Ailanti che sono cresciuti spontaneamente in questo piazzale e qui hanno messo le loro radici, così noi dobbiamo rimanere radicati in questo luogo, perché qui c’è ossigeno, ci sono relazioni, c’è il più alto indice di biodiversità umana presente nella città di Rimini e questa cosa dobbiamo tutelarla, preservarla e farla crescere no recintarla, sabotarla, frammentarla.
Le nostre richieste non sono state ascoltate e le soluzioni che hanno prospettato non sono soluzioni degne rispetto alle necessità e ai legami che qui si sono sviluppati né garantiscono continuità rispetto alla sopravvivenza di questo ecosistema.
Il piazzale che sarà occupato per più di un anno da un cantiere IMPOSTO dall’alto, lo usiamo per viverci non solo per le attività del mercato, del Guardaroba solidale o le altre iniziative. Abbiamo bisogno di uno spazio aperto da vivere, non possiamo essere rilegati in uno spazio angusto, non possiamo essere parassitizzati in una gabbia tra due cancelli due mezze giornate alla settimana.
Noi abbiamo bisogno di vivere in questo luogo, 24 ore su 24.
Questo spazio vitale lo dobbiamo tenere nostro.
Per questo oggi più che mai ha senso affermare che senza soluzioni degne e impegni seri, nessun cantiere potrà partire nemmeno il 6 luglio.
E giovedì 6 luglio, come questi alberi, ci metteremo qui e non ci muoveremo di qui.
Avranno la forza di mettersi in mostra davanti l’opinione pubblica e di giustificare un atto di forza nei confronti di persone che vivono la propria realtà sociale in maniera sincera, propositiva e solidale? Avrà il coraggio il Sindaco di Rimini di confrontarsi con questo ecosistema che sta attaccando?
Se loro faranno questo atto di forza, si faranno vedere per quello che sono; noi siamo come gli ailanti, siamo nati qua spontaneamente e qui abbiamo costruito il nostro ecosistema ibrido autogestito e progettuale, e se ci vogliono provvisoriamente spostare, ci devono spostare in un ecosistema compatibile con le nostre vite, non possono ingabbiarci in container o in un piazzale recintato.
Quindi vengano, ci spostino, facciano quello che vogliono, ma noi siamo legittimati alla disobbedienza civile perché non possiamo soccombere a questa violenza istituzionale, a questo autoritarismo che ha l’obiettivo di distruggere questo ecosistema, incuneando sull’area un progetto calato dall’alto che risponde a logiche assistenziali che favoriscono anziché ridurre il circolo vizioso dell’indigenza senza il coinvolgimento di chi qui ha già attivato progetti e interventi a riguardo.
La seconda cosa, loro ci impongono dei tempi, che non sono i nostri tempi: Giovedì 6 luglio per sgombrare tutto.
Giovedì non è il nostro tempo, giovedì è il loro tempo. Loro stanno giocando sui tempi e sugli spazi, ma noi non possiamo stare a questo gioco assurdo, perché siamo essere viventi, abbiamo i nostri tempi, abbiamo i nostri spazi, le persone che sono accolte, abbiamo i nostri strumenti e necessità, tra cui soprattutto quella di RESPIRARE.
Giovedì 6 luglio è un tempo emergenziale e quindi come tale devono considerare di aver aperto LORO un’emergenza e quindi devono risolvere loro la situazione in maniera emergenziale, che vuol dire che non possono venire qua con i deboli a fare i forti e con i forti come sempre a fare i deboli. Questa è la nostra etica, il nostro modo di costruire le relazioni.
Questo vuol dire che se il Comune di Rimini vuole partire con un cantiere deve fare un PRE ACCORDO SCRITTO ufficiale con le realtà sociali qui presenti, dove prende degli impegni seri sulle richieste che abbiamo avanzato e che non rispondono alle soluzioni fino ad ora individuate. Ci devono mettere la faccia, Sindaco e giunta, dal momento che quanto sta avvenendo riguarda anche altri Assessorati interessati con deleghe specifiche, come le politiche giovanili e la partecipazione. E in questo impegno scritto va inserito anche l’aspetto relativo al percorso partecipato che già è in atto sugli spazi interessati dai lavori del centro servizi, e che coinvolge la comunità territoriale che si è generata intorno a questo ecosistema, al fine di deciderne l’uso e le funzionalità plasmandole ai bisogni di questa comunità che è fatta di persone senza tetto ma anche residenti, che è fatta di attivist* e operator* sociali..
Occorre difendere, come farebbero le coccinelle, questo ecosistema. Ancora una volta.
Per questo invitiamo tutt* GIOVEDI’ MATTINA alle ore 7.00 a Casa Madiba Network.
SENZA SOLUZIONI DEGNE, NESSUN CANTIERE!