Attacco al Reddito di cittadinanza, homeless morti in strada, le facce dello stesso sistema

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Nuovo contributo su Pagine Dispari! Questa volta si parla di reddito, povertà e lavoro precario. La destra attacca le persone che percepiscono il Reddito di Cittadinanza. Ma qualcuno le ha mai difese in questi anni? Qualcuno in questi anni ha difeso il RDC?

Perché certe retoriche contro i fannullon3 stes3 sul divano o che dovevano dare qualcosa in cambio per una misura come il RDC che dovrebbe essere invece estesa ed ampliata, resa universale e incondizionata, le abbiamo sentite a destra come a sinistra.

Do you remember Bonaccini?

Intanto però con l’arrivo dell’inverno inizia la conta delle persone senza casa morte nelle nostre città vetrina Bolzano, Bologna e questo è accaduto ieri anche nella nostra città. Si chiamava Vasile Trotea e aveva 60 anni e non era inserito in nessuna nostra rete sociale.

Con la cancellazione del RDC avremo un aumento esponenziale delle persone senza tetto “grazie” a quelle persone rimaste nel limbo della precarietà abitativa ma con almeno un tetto sulla testa (hotel, affittacamere, residence) che torneranno o finiranno in una condizione di homelessness. Più perdura il tempo di permanenza in quella condizione, più si cronicizzano le problematiche e i percorsi, per questo è importante dare risposte subito, freddo o caldo che sia fuori da una casa.

Solo una settimana fa siamo rimast3 estereffatt3 dal comunicato stampa dell’assessore alle Politiche sociali del Comune di Rimini ( https://bit.ly/3FOi8qG ) che se ne è uscito elogiando un piano freddo che ancora non c’è ( https://bit.ly/3YI7SZy ), ricordandoci quanto sono belle le strutture esistenti, come Casa Don Gallo, sbagliando il dato delle persone senza tetto nel territorio (250 stanziali non 100), mentre al momento non c’è alcuna implementazione dei posti letto nel sistema di accoglienza dedicato alla grave marginalità adulta.

Capanna di Betlemme, Casa Don Gallo, Pronta accoglienza Caritas fanno già tantissimo oltre al limite delle loro competenze rispondendo al tema della homelessness con modalità e interventi tra loro differenziati, e per questo a nostro avviso complementari e necessari. Ma non bastano.

L’azione della nuova giunta ci pare che fin dall’inizio dell’operazione legata al centro servizi di contrasto alla povertà sia stata quella di rompere questa rete che si è costruita faticosamente negli anni, rete di cui in qualche modo anche lo spazio di Casa Madiba Network fa parte con il progetto del GSM e il Punto d’ascolto Homeless, di creare competizione e nemicità tra modelli e interventi, mentre tutt3 dovremmo essere legati da un unico obiettivo: ZERO HOMELESS!

Servono nuove risposte abitative, nuove forme di abitare e di vita in comune, non riempire stanzoni di letto a castello perdi più dopo una pandemia. Casa Don Gallo ha tracciato una strada per il superamento della bassa soglia e della logica del dormitorio notturno (approccio al Recovery e housing led) e ponendo al centro come metodo organizzativo la co-gestione dello spazio insieme alle persone senza tetto che il problema della precarietà abitativa lo vivono e lo conosco. Un progetto che ha dato potere alle persone senza tetto, di organizzarsi, di pensarsi come gruppo/soggettività e anche di lottare per i propri diritti quando necessario.

Altre strade e altri modelli si potrebbero perseguire, ma ora non alla prossima emergenza, pandemia, fatto di cronaca.

Servono spazi abitativi per donne e soggettività non conformi, persone con problematiche di dipendenza perché la precarietà e disagio abitativo colpiscono in maniera differenziale anche a partire dalla condizione di genere, della provenienza, della salute e la cancellazione del RDC non farà che aumentare questa forbice delle disuguaglianze.

Per questo continueremo ad organizzarci, per questo vogliamo continuare ad incidere sul tema del centro servizi contro la povertà da finanziare con i fondi del Pnrr, anche come spazio sociale e gruppo informale che in quell’area urbana ha contribuito a sostenere materialmente progetti come quello di Casa Don Gallo e a creare un modello di comunità pensante, capace di autorganizzarsi e di generare un welfare della cura interdipendente e promiscua.

Perché questo centro servizi non deve essere l’occasione ghiotta per azzerare e imbrigliare le esperienze che si sono già generate nell’area urbana interessata diventando un luogo del grigiore burocratico pensato negli uffici per gli uffici ma uno spazio di vita e creatività pensato e progettato con e per chi una casa non c’è l’ha, come è stato fatto fino ad ora in quegli spazi.

QUI l’approfondimento

OPINIONI La destra attacca chi percepisce il Reddito di Cittadinanza. Ma qualcuno li ha difesi in questi anni?

https://bit.ly/3WBZIA3

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