Madi_Marecchia: Rapporto finale degli incontri per una riqualificazione urbana degli spazi comuni

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Per una riqualificazione urbana degli spazi comuni

La pandemia ci ha portato, come abbiamo detto più volte, in un tempo inedito. Tutto deve cambiare, non solo nel sistema di produrre e consumare, dobbiamo ripensare alla base tutti i processi decisionali, respingere le paure, accogliere e ascoltare le istanze che vengono dai quartieri. Pensare a nuove forme di partecipazione e attivazione, ad ogni livello urbanistico, sociale, mutualistico, ecologico. 

Nell’ambito del Progetto Madi_Marecchia in questi ultimi tre anni abbiamo cercato di riflettere su come poter riqualificare, dal basso, un pezzo di città: gli spazi comuni dell’area intorno a Casa Madiba, Casa Gallo e le associazioni che hanno sede nel capannone ex anagrafe. A luglio 2020 attraverso Tre incontri pubblici che corrispondono a tre passi:

1 – analizzare l’area di intervento;

2 – raccogliere idee e proposte per un quartiere più accogliente;

3 – mettere a punto un progetto da realizzare condiviso e fattibile, abbiamo elaborato una proposta di riqualificazione che presenteremo alle Istituzioni locali e alla cittadinanza.Il progetto Madi_Marecchia vuole coinvolgere tutte le persone che vivono questo spazio, parliamo di “abitanza”, che consiste nella costruzione di relazioni delle persone, tra di loro e con il territorio. Persone che abitano o lavorano qui, o che semplicemente frequentano il luogo assieme ad altri, o che si interessano alle tematiche messe in campo.

Parallelamente agli incontri abbiamo lanciato un questionario on-line per ampliare il coinvolgimento del vicinato, per avere dati sulla percezione del quartiere e per misurare la volontà delle persone a forme di partecipazione attiva. 

Lo sviluppo di queste aree non deve seguire vecchie logiche di speculazione urbanistica ma questo momento deve essere occasione per mettere in campo uno sviluppo partecipativo e inclusivo, democratico. Contro l’idea della città merce, ad uso e consumo dei profitti di pochi, per la città comune, di tutti e tutte.

Per l’area specifica oggetto degli incontri l’obiettivo è di riprendere in mano lo spazio in cui viviamo, dal basso, svolgendo in questo modo un servizio alla collettività e perseguendo l’obiettivo di creare uno spazio pubblico che possa trasformarsi in una risorsa sociale e culturale per tutta la città. 

I temi proposti riguardano: la percorribilità/accessibilità, la segnaletica e l’illuminazione (sicurezza), l’abbattimento di barriere architettoniche, elementi per la riqualificazione ambientale (verde), la riqualificazione/ristrutturazione degli spazi aperti e dei fabbricati, la sistemazione di luoghi di aggregazione (mercato settimanale, aree con sedute, pergole).

Proseguiamo nel percorso partecipativo, che come obiettivo ha quello di approfondire la conoscenza del luogo dove operiamo, rilevare dati che ci consentono di intervenire nel territorio attraverso varie forme, per creare uno spazio COLLETTIVO/COMUNE fuori da logiche di mercificazione che hanno caratterizzato la stragrande maggioranza degli interventi urbanistici degli ultimi anni nella nostra città.

Per farlo è necessario cambiare anche la macchina burocratica e amministrativa, dotarsi di nuovi strumenti giuridici e tecnici di definizione dei beni comuni e delle prassi di autogestione di un territorio, di uno spazio, di un luogo. Oggi la legalità va più a rima con il decoro dei centri urbani per i ricchi contro le periferie impoverite e recluse, che non con lo spazio pubblico e la sua fruibilità.

Vogliamo anche promuovere una discussione sui temi della città per tutti gli aspetti che la riguardano, sul campo: sociale, ambientale, culturale, come contributo alla politica attiva per il diritto alla città.

Per questo saranno da trovare luoghi e forme di partecipazione nuove anche in vista delle prossime amministrative e soprattutto ora in piena emergenza sanitaria, perché non è alla normalità che dobbiamo tornare, perchè la normalità era il problema.

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