Presentazione 4 leggi di iniziativa popolare

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Mercoledì 20 aprile ore 18.00

Presentazione e lancio della campagna di raccolta firme a Rimini delle 4 leggi di iniziativa popolare regionale promosse dalla Rete per l’Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna e da Legambiente Emilia-Romagna.

4 proposte di legge su questioni decisive rispetto alle politiche ambientali e di contrasto al cambiamento climatico: acqua, rifiuti, energia e consumo di suolo.

Per presentare le 4 proposte di legge saranno con noi:

ACQUA – Corrado Oddi

ACQUA E RIFIUTI – Natale Belosi

ENERGIA – Leonardo Setti

CONSUMO DI SUOLO – Gabriele Bollini

La decisione di portare avanti questa iniziativa nasce e proviene da un percorso lungo, i cui presupposti si trovano nel Patto per il Lavoro e il Clima promosso dalla Giunta regionale nel dicembre 2020 e sottoscritto da oltre 50 Organizzazioni e Associazioni.

Quel Patto indica obiettivi ambiziosi – ad es. il passaggio alle energie rinnovabili al 100% nel 2035 e l’azzeramento delle emissioni climalteranti entro il 2050 – rimasti però al momento solo enunciati e non supportati da interventi coerenti e cogenti e, ancor più, sono continuamente contraddetti dalle scelte del governo regionale.

Prevale, infatti, una logica economicista e produttivista, per cui l’importante è che ci sia una forte crescita quantitativa del PIL, senza verificare cosa ciò comporti per il benessere della cittadinanza e per la salvaguardia delle risorse naturali ed ambientali.

Si continua a pensare che per tale sviluppo quantitativo sia fondamentale attrarre investimenti, anche stranieri, al di là del loro impatto ambientale e anche delle ricadute sulla qualità e quantità dell’occupazione. Si ragiona sulle Grandi Opere, a partire da quelle autostradali, come leva per lo sviluppo, continuando a sostenere un modello di mobilità basato sui veicoli privati e ignorando ciò che questa scelta comporta in termini di consumo di suolo.

Ancora: si prosegue con la privatizzazione dei servizi pubblici, come quelli idrici e per la gestione dei rifiuti, che garantiscono la gestione di beni comuni fondamentali per incentivare un’idea di produzione e distribuzione centralizzata e verticistica dell’energia, che ha come conseguenza quella di privilegiare le fonti fossili rispetto a quelle rinnovabili.

Una politica regionale in sintonia con quella del governo centrale, che, peraltro, utilizza la stagione terribile di guerra in corso in Ucraina per proporre ulteriori politiche regressive, in particolare in tema di energia e, a proposito di autonomia delle fonti, anziché puntare ad uno sviluppo rapido di quelle rinnovabili, si avanza l’idea di estrarre più gas e, addirittura, di far tornare in auge le centrali a carbone! Oppure quando, con il disegno di legge delega sulla concorrenza, attualmente in discussione in Senato, si tenta di estendere ulteriormente le privatizzazioni a tutti i servizi pubblici, da quello idrico ai rifiuti e alla sanità.

LA PROPOSTA IN 4 PUNTI

ACQUA: per un intervento decisionale più vicino alla cittadinanza e agli Enti Locali, superando l’attuale gestione centralizzata regionale, mettendo l’accento sul ruolo fondamentale della gestione pubblica

RIFIUTI: l’obiettivo è ridurre fortemente la loro produzione e quella dei rifiuti non riciclati,  favorendo l’uscita dall’incenerimento nei prossimi anni.

ENERGIA: diamo forza ad una pianificazione regionale e territoriale degli interventi per arrivare sul serio alla copertura del 100% del fabbisogno energetico da fonti rinnovabili entro il 2035, alla riduzione del 32% dei consumi lordi finali al 2030 e del 55% di emissioni climalteranti al 2030, passando ad un nuovo modello basato sulla produzione e sul consumo decentralizzato e democratico.

SUOLO: dando priorità al riuso e alla rigenerazione urbana, anche attraverso un censimento degli edifici e delle aree dismesse, indica la prospettiva del consumo di suolo zero come quella da realizzare concretamente

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