Presidio Partecipato a difesa dell’esperienza di accoglienza degna praticata da #CasaDonGallo #perlautonomia

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✦✦Giovedì 6 ottobre ore 18.00 – Davanti al Consilgio Comunale di Rimini✦✦
Presidio Partecipato a difesa dell’esperienza di accoglienza degna praticata da Casa Andrea Gallo Rimini #perlautonomia

Lunedì 26 settembre abbiamo scritto al Sindaco per chiedere un incontro e per stimolare a partire dal documento “Ripensare l’accoglienza” anche nel nostro territorio percorsi nuovi intorno al sistema di accoglienza emergenziale dei rifugiati, vera e propria fucina/incubatore di nuovi homeless senza diritti.

Nella stessa giornata – poco dopo l’invio della comunicazione al sindaco – è stato notificato ai due legali rappresentanti delle associazioni che hanno vinto l’istruttoria per l’emergenza freddo e con le quali l’amministrazione ha sottoscritto la convenzione, l’ultima diffida per il rilascio dell’immobile, che vogliamo ricordarlo dal 24 dicembre 2015 ad oggi ha dato ospitalità a più di 70 persone, molte delle quali hanno trovato un lavoro durante l’estate, o sono riusciti a piccoli passi nell’emersione da una condizione di vulnerabilità e marginalità sociale ad una di riscatto sociale. più di un centinaio le persone che hanno usufruito dei servizi, docce, sportello salute, spazio d’ascolto, segretariato sociale.

In particolar modo lo Sportello Salute ha svolto un ruolo importante per tutti gli/le homeless della città, assicurando un servizio di orientamento alla salute efficiente e flessibile alle varie esigenze delle persone che ne hanno avuto bisogno. Tutti questi servizi sono stati realizzati gratuitamente, grazie all’impegno quotidiano di tantissimi volontari e volontarie, eterogenee per provenienza, età, percorso professionale e politico. Sempre in forma partecipata e pubblica.

Ricordiamo che a fine febbraio abbiamo presentato al Sindaco un nuovo progetto di gestione della struttura e di riorganizzazione della funzionalità degli spazi, frutto del Percorso Partecipato Madi_Marecchia. Il 1 marzo 2016 c’è stato il primo incontro con l’Amministrazione comunale al quale ne sono seguiti due, l’ultimo pochi giorni prima dello scadere della convenzione avvenuta il 15 aprile 2016.

In quella data i due legali rappresentanti delle associazioni, hanno formalmente restituito le chiavi al Comune, informando però del fatto che a seguito di una partecipata assemblea fra abitanti, solidali, volontari, l’assemblea avesse deciso che nessuno, nessun uomo e donna che a Casa Gallo ha trovato un luogo in cui ripartire, dovesse rimanere solo/a o peggio ritornare in strada.

A luglio si è svolto un nuovo incontro con l’Assessore Lisi dove abbiamo presentato delle soluzioni praticabili per poter proseguire in continuità il percorso di accoglienza degna, individuando una struttura alternativa dove trasferirci (alberghi dimessi, ferrohotel ecc). La risposta che abbiamo ricevuto dopo due mesi è stata l’ultima diffida minacciosa e di un cinismo ributtante, se pensiamo che parliamo di persone.

Parliamo di persone, non di pacchi o di sagome di passaggio come vorrebbe l’Assessore Lisi, parliamo di persone che sono presenti stabilmente nel territorio, che hanno vissuto sofferenze indicibili, persone alle quali le Istituzioni locali devono dare una risposta senza nascondersi come spesso accade dietro formalismi e grigi cavilli burocratici ben incarnati dall’ultima diffida notificata. Gli e le abitanti di Casa Don Gallo non sono homeless, senza fissa dimora da assistere ma nuovi cittadini con cui costruire le città di domani.

Ancora una volta, anziché approfondire questioni centrali per la società e la nostra città, c’è il rischio di ritrovarsi schiacciati dalle dichiarazioni retoriche, fugaci botta e risposta e provocazioni che rinnovano i toni dell’allarme e della paranoia identitaria, consegnando un’esperienza di autorganizzazione e di sperimentazione di nuovo Welfare intorno al tema del DIRITTO ALL’ABITARE, alla spirale dell’ordine pubblico e a tutto ciò che ne consegue.

Tutto questo è assurdo in un’epoca in cui assistiamo ad un fenomeno globale di migrazioni forzate per esempio, o alla continua crescita esponenziale di nuovi poveri.

Per noi il tema del diritto all’abitare, dell’accoglienza dei rifugiati usciti/scartati dai progetti dell’accoglienza emergenziale e degli homeless italiani e non, e le loro prospettive di vita futura nella nostra città, sono invece argomento serio, su cui da tanti anni ci confrontiamo senza tabù alcuno in un percorso fatto di occupazioni abitative, iniziative e progetti di orientamento, inclusione e difesa dei diritti percorsi nei quali sperimentiamo ogni giorno pratiche e modelli di convivenza possibile fra tanti e diversi, interrogando sempre l’amministrazione comunale e le istituzioni in un’ottica di miglioramento della qualità della vita di tutta la cittadinanza.

Questo è il tema centrale. Quale futuro per la nostra città? Che sicurezza è possibile senza diritti per tutti e tutte? Quali sono le cose che servono?

Davanti a questa verità sotto agli occhi dell’assessore alle Politiche Sociali e del Sindaco che ci sembra molto debole sul tema, ci si aspetterebbe una posizione all’altezza della sfida. Così non è.

Anziché condurre l’ennesima  trattativa su quante persone aiutare, sulla residenza come requisito vincolante di ogni intervento sociale che esclude per es. precari e lavoratori spesso in transito nei territori a causa della fugacità e flessibilità dei rapporti di lavoro, sarebbe forse più responsabile da parte del Comune di Rimini un ripensamento dei servizi sociali e delle modalità di accoglienza a sostegno di chi vive il problema abitativo nella nostra città. Problema abitativo come effetto del sistema economico che abitiamo, quello neoliberista, sullo status giuridico delle persone accolte (vedi il tema dei dinieghi delle richieste di protezione internazionale e la continua produzione di clandestinità), sui diritti che queste persone potranno esercitare nel lungo periodo, sulle prospettive di autonomia dopo l’uscita dalle strutture di accoglienza.

Questi sono i temi sui quali siamo chiamati a confrontarci e non sono questioni demandabili ad autorità di polizia, alla politica del manganello facile o degli sgomberi con sequestri di persona come avvenuto il 23 novembre con il Villino Ricci.

Per questo Giovedì 6 ottobre alle ore 18 saremo davanti al consiglio comunale, per ricordare in primis al Sindaco che qui c’è una città degna che ha dato e prova a dare delle risposte a questi interrogativi, la città degna che non è più disponibile a barattare nulla che non sia una soluzione efficace a Casa Andrea Gallo (Don) #perlautonomia e risposta sostanziale agli altri problemi della città.

Continuiamo a praticare ed agitare solidarietà diffusa e gioiosa senza confini

#unacasapertutti #perlautonomia #accoglienzadegna

 

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