Due gravi episodi a Forlì e a Rimini generati dall’odio razzista e sessista

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A due settimane o poco più dalla straordinaria manifestazione del 23 giugno a Forlì dove per la prima volta nel territorio dell’area vasta Romagna si è costruito un appuntamento comune, pubblico e partecipato sul tema del diritto d’asilo, dell’accoglienza degna, dell’antirazzismo militante, della necessità di pensarsi sempre più all’interno di una dimensione Europea e globale, due tristi e gravi episodi hanno attraversato il territorio Romagnolo.
A Rimini con le ronde in spiaggia dei nazisti locali sostenuti dal gruppo di estrema destra polacco ONR, per strumentalizzare in chiave sessiste e razzista gli stupri di Miramare dello scorso anno e a Forlì con gli attentati razzisti contro una donna e un uomo che camminavano nel centro cittadino. Colpiti così a freddo solo perché di colore.
Tutto questo è inaccettabile così come è inaccettabile la debole risposta delle Istituzioni pubbliche, in primis i Comuni in particolare quelli della Riviera che continuano ad investire ingenti risorse nel contrasto all’abusivismo commerciale e zero euro per contrastare il grave sfruttamento lavorativo nel turismo, ma anche della debole risposta del mondo sociale. Salvo quella degna di Non Una Di Meno Rimini, risposta che sta avendo grosso eco in Polonia ed anche sui loro mezzi di comunicazione, per il resto ci si è limitati ad un profilo basso, solo virtuale. Questo non basta, forse con un po’ più di umiltà e di autocritica bisognerebbe interrogarsi su queste difficoltà e sulle responsabilità che ci hanno portato in questo baratro, in questa poltiglia di odio e disumanità.
Aprite i porti bisogna metterlo in pratica tutti i giorni, aprite i porti vuol dire reagire con coraggio e senza paura a questo stato di cose a questa continua produzione di sofferenza e di morte, di razzismo fetido e manifestato senza alcuna remora.
Di confini ovunque. Perché il problema non è solo Salvini ma molto più esteso. Questo vuol dire per prima cosa dare delle risposte degne ai bisogni che incontriamo, agire, fare cose concrete, disobbedire. Come è l’esperienza di Casa Don Gallo, come ha fatto Non una di meno con il presidio pubblico contro le ronde sessiste in spiaggia, come hanno fatto le donne di Viserba con l’appello contro la paura è come abbiamo fatto in centinaia e centinaia di persone il 23 Giugno. Bisogna essere partigiani e partigiane di questo presente.
Verso la manifestazione Ventimiglia città aperta: manifestazione internazionale #14L, verso un Rimini Summer Pride – 28 luglio 2018 di contenuti e attivazione!
#DirittiSenzaConfini

Casa Madiba Network 

*nella foto l’azione performativa durante la manifestazione del 23 giugno scorso.

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