GIORNATA DEL RIFUGIATO 2025 – 5000 KM… E POI? LE ESISTENZE SENZA PROSPETTIVE DEI E DELLE RICHIEDENTI ASILO IN ITALIA

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GIORNATA DEL RIFUGIATO 2025
5000 KM… E POI? LE ESISTENZE SENZA PROSPETTIVE DEI E DELLE RICHIEDENTI ASILO IN ITALIA

Un anno fa, con la mostra fotografica “5000 KM. LE VITE SOSPESE DELLA BALKAN ROUTE”, abbiamo tentato di gettare luce sul percorso inumano che migliaia di richiedenti asilo affrontano per raggiungere l’Europa. Abbiamo percorso idealmente i “5000 KM” insieme a quattro richiedenti asilo, dando voce alle loro storie di resilienza, ma anche di violenza, sfruttamento e speranza infranta.

Ma cosa succede una volta che i pericoli del viaggio sembrano essere alle spalle? Cosa accade quando, dopo aver sfidato la morte e superato innumerevoli ostacoli, queste persone si trovano finalmente sul suolo italiano, il paese che avrebbe dovuto offrire loro protezione e un nuovo inizio? Purtroppo, per molti l’arrivo non segna la fine dell’odissea, ma l’inizio di una nuova e altrettanto ardua battaglia: quella per la sopravvivenza e la dignità in un sistema che, troppo spesso, li relega ai margini della società. Questo nuovo capitolo si propone di esplorare la dura realtà della vita dei richiedenti asilo in Italia, focalizzandosi in particolare sulla piaga dell’homelessness e sulle barriere quotidiane che trasformano il sogno di una nuova vita in una lotta costante contro l’invisibilità, la precarietà e la discriminazione.

L’Europa, da sempre faro di diritti e opportunità, si trova oggi di fronte all’ennesima lacerante contraddizione: un numero crescente di richiedenti asilo, pur avendo in teoria il diritto all’accoglienza, è costretto a vivere in condizioni di estrema precarietà e marginalità. Questa realtà, spesso ignorata o sottovalutata, genera una sofferenza indicibile e mette in discussione i principi stessi su cui si fonda l’Unione Europea.

Migranti che hanno affrontato viaggi estenuanti, sfidando la morte e la violenza percorrendo migliaia di chilometri dall’Asia e dall’Africa, arrivano nel continente con la legittima aspettativa di trovare protezione e un’opportunità di ricostruire la propria vita. Hanno sopportato la brutalità delle polizie di frontiera, la fame, la sete e la paura, alimentando la speranza di un futuro dignitoso. Tuttavia, per molti di loro queste speranze si infrangono contro il muro della realtà europea.

Il problema principale risiede nella drammatica carenza di posti nei progetti di accoglienza. Nonostante il diritto teorico ad accedervi, migliaia di persone si ritrovano escluse da queste strutture, condannate a un’esistenza fantasma. Questa esclusione forzata innesca una vorticosa discesa nella precarietà, il cui primo e più invalidante disagio è la difficoltà di trovare un lavoro e un alloggio. La mancanza di stabilità documentale e la barriera linguistica rendono quasi impossibile trovare un lavoro, a maggior ragione un lavoro stabile e dignitoso. Senza un reddito regolare, l’accesso al mercato immobiliare è precluso, e questo risulta ancora più drammatico nel contesto riminese.

LEGGI TUTTO NEL DOCUMENTO QUI ALLEGATO

*Foto articolo Francesco Arrigoni

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