Rispetto per lo Sport riminese! Basta indifferenza e speculazioni! #SalviamoIlRimini

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Abbiamo deciso di pubblicare di seguito il comunicato dei tifosi della Rimini Calcio distribuito durante il sit-in davanti al consiglio. Un comunicato che condividiamo perché mette a fuoco chiaramente come anche lo sport riminese sia stato sacrificato in nome della governance neoliberale e della logica dei grandi eventi. Casa Madiba Network e la Polisportiva Autside sono a disposizione per iniziative di solidarietà “Colletta dell’Orgoglio” a sostegno dello SPORT e del CALCIO riminese soprattutto quello giovanile.
AMA lo sport COMBATTI Rimining!

Rispetto per lo sport riminese! Basta indifferenza e speculazioni!

SALVIAMO IL RIMINI!

L’assessore allo sport, che si lancia come al solito in inutili appelli a cose ormai fatte, al pari del sindaco, non si è mai visto allo stadio (ma anche al palasport, e anche al baseball, salvo arrivare all’ottavo inning della finale decisiva: per Brasini significativamente più presenze alle inaugurazioni degli eventi che sui gradoni dei decantati “impianti” riminesi). La gestione del Neri, definita “vitale” nel progetto De Meis, si è insabbiata, e alla fine la paradossale questione dei bar chiusi o improvvisati da inizio stagione con un bando che tuttora manca è davvero indicativa. È credibile che lanci un appello a dare una mano chi per primo CONCRETAMENTE non l’ha data? Dobbiamo, amaramente, ritornare su un discorso che portiamo avanti ormai da mesi, da quando abbiamo capito che un unico proprietario con una azienda stagionale non poteva farcela: la politica riminese se ne frega dello sport riminese. Ha scelto di sostenere gli eventi – facendo concorrenza alle squadre cittadine in fatto di sponsorizzazioni – e ha investito negli impianti. E così ci troviamo con un palasport nuovo (anzi già in ristrutturazione) ma con la squadra di basket fallita e in categorie minori, con un campo nuovo e con la squadra di calcio fallita, con una casa del volley finanziata e la squadra fallita e ritirata dal campionato prima ancora di poterci mettere piede (con l’assessore che dichiara che il fallimento era una scelta giusta, non uno smacco per la città!).

Negli ultimi sette anni sono falliti basket, pallamano, due volte la pallavolo, sta fallendo per la seconda volta il calcio, la media è di quasi un fallimento all’anno. Sarebbe forse il caso che la politica facesse un esame del suo operato invece di fare appelli scaricabarile? E con essa l’imprenditoria riminese. Una parte ha affossato il Rimini nell’ultima gestione. L’altra, mai sollecitata ai suoi doveri civici e sociali dall’amministrazione, se ne è fregata.

Intanto l’eventificio comunale, incurante, non arresta la sua marcia effimera, con feste e finali per squadre di altre città nei nostri impianti. A Rimini(ng) si consegnano trofei agli altri mentre le nostre squadre falliscono. Un affronto alla città che passa sotto silenzio anche da un’informazione anestetizzata e acritica.
Al di là di tutto, però, ci è chiaro che il fallimento vero è per l’ennesima volta quello della città che si nasconde, della politica, che continua sulla scia dello scempio fatto con Bellavista e la questione stadio, dell’imprenditoria parassitaria, dell’impiantistica rappezzata ma obsoleta che ormai sta punteggiando la città di cattedrali nel deserto (vedi l’inutile 105 stadium, usato solo per i concerti di Laura Pausini al prezzo collettivo di motori immobiliari cementificatori), dell’idea di polifunzionalità che penalizza tutti e che non è pianificata da nessun’altra città né auspicata dai vertici sportivi sia del calcio che dell’atletica. Tutte scelte suicide.

Sono inacettabili queste politiche da divertimentificio in crisi, sulla pelle della tifoseria riminese.
Non staremo a guardare la barca che affonda mentre i politicanti locali suonano l’orchestra in stile Titanic.
A chi chiede di salvare il settore giovanile, rispondiamo che faremo la nostra parte perché nulla sia abbandonato a sé stesso andando in rovina.
Prenderemo le nostre responsabilità di fronte a questo scempio perché il cuore ci chiama e la passività non fa per noi: chi pensa di poter speculare sulle nostra passione non ha fatto bene i suoi conti.
Chiamiamo a raccolta la tifoseria e chi ha a cuore il bene collettivo della città a partire da una raccolta fondi che verrà fatta già da subito fino a fine campionato.
Oggi siamo a gridare la nostra rabbia di fronte al teatrino del consiglio comunale, dato che chi vi siede non è incolpevole.
Occorre che le cose cambino radicalmente.
Non ci fermiamo qui.

La tifoseria riminese

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