Sulle aggressioni al Rimini summer Pride. Che mille SPEZZONA CRITICONA nascano!

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ANCORA UNA VOLTA, È STATA RIVOLTA

Quello che è accaduto ieri durante il Rimini Summer Pride è inaccettabile. Quando, come accade dentro Arcigay Rimini, non c’è l’intersezionalità nei movimenti LGBTQ+, si riproducono le stesse dinamiche di esclusione, classismo e discriminazione che si esprimono nella società che abitiamo fatta di violenza istituzionale, di genere e razzista.
Per questo quello che è accaduto ieri è UNA VERGOGNA TOTALE con compagne spintonate e pesantemente strattonate dal servizio di sicurezza dell’Arcigay per impedire alla SPEZZONA CRITICONA di partecipare ad una sfilata istituzionalizzata dove si dedica più spazio allo spettacolo per i turisti che non ai tanti temi cari a tutta la comunità queer.Anche in questo caso, ancora una volta, tutte le contraddizioni della città turistificata/città merce – che tutto deve ai profitti e nulla alle persone che la abitano e vivono – si esprimono con la stessa violenza che abbiamo visto agire durante le giornate dell’adunata. Giù le mani dai nostri corpi!
“SIAMO RESISTENZA. SIAMO FIORI CHE ROMPONO L’ASFALTO “ 👊🏿✊🏿🔥
Insieme Siam partite Insieme Torneremo PRIDE OFF Non Una Di Meno Rimini // AUTODIFESA TRANSFEMMINISTA 💜

Grazie a tutt* quell* che hanno conquistato, centimetro per centimetro, uno spazio politico importantissimo e di visibilità alle istanze di tutto il movimento, istanze che sono state enunciate nei tanti interventi che hanno animato la Spezzona criticona. 😘💋


COMUNICATO POST FATTI PRIDE RIMINI.
Pride OFF

[TW: Aggressioni fisiche e verbali al Rimini Summer Pride agite dall’organizzazione – trovi il video su Instagram perché FB lo censura!]

Domenica pomeriggio come attiviste transfemministe, frocie non allineate, lesbiche, non binary, persone trans*, intersex, poliamorose, sex worker e alleat* abbiamo attraversato il Rimini Summer Pride creando uno spazio safer di lotta e liberazione, di gioia e rivoluzione con la SPEZZONA CRITICONA, portando le nostre rivendicazioni e pratiche all’interno della parata sul lungomare di Rimini.

Come collettiva queer Pride Off abbiamo deciso quest’anno di tornare al Pride per unirci in solidarietà alla nostra comunità in un momento così critico per le persone e le famiglie lgbtqia+ a causa del clima di intolleranza creato da questo governo neofascista. Abbiamo contaminato lo spazio del Pride per dare visibilità alle nostre lotte quotidiane contro le discriminazioni ma anche per portare un pensiero critico rispetto alle modalità organizzative di questo Pride, all’operato di Arcigay e alle politiche di genere in questa città. Volevamo far emergere tante contraddizioni e l’abbiamo fatto, dal rainbow washing delle istituzioni che presenziano al Pride ma non prendono posizione rispetto al riconoscimento formale de* figl* delle famiglie arcobaleno, o che agiscono strumenti repressivi come le ordinanze contro la prostituzione multando l* sex workers che lavorano in strada, per la maggior parte persone trans* migranti, affinché cittadini e turisti non siano turbati dalla visione “indecorosa” di soggettività che si autodeterminano vendendo prestazioni sessuali.

Così come la contraddizione, la frattura che si è aperta a seguito delle centinaia di molestie occorse all’Adunata degli Alpini, quando con l’Autodifesa Transfemminista abbiamo creato in rete e nelle strade uno spazio safer di denuncia pubblica di quanto stava avvenendo e da parte di istituzioni e associazioni che si occupano di antiviolenza in città ci è stato risposto che senza denunce formali all’autorità non eravamo credibili.

Se questo era ed è il clima di invisibilizzazione, discredito e infantilizzazione agito nei confronti delle collettive che fanno politica transfemminista dal basso in questa città, clima alimentato dal Sindaco Jamil Sadegholvaad e dai suoi vassalli e vassalle, di certo non ci aspettavamo che l’arroganza di questo potere cis bianco abile e benestante rappresentato in quest’occasione da Arcigay Rimini “Alan Turing” e dal suo Presidente che è anche Consigliere Comunale della maggioranza, Marco Tonti, eletto nella lista Rimini Coraggiosa, non ci aspettavamo dicevamo che questo potere manifestasse così apertamente e violentemente la sua vera faccia al Pride di domenica.

Alla partenza, dopo inutili tentativi di trovare una mediazione con lo staff del Summer Pride che voleva destinarci la coda del corteo, mettendoci in fondo dopo i carri degli sponsor e dei locali, alcune compagne hanno subìto violenza da un componente del direttivo di Arcigay sopraggiunto a spintonarci e a tentare di rovesciare il risciò e con esso l’impianto posizionato sopra. Forti dell’abbraccio caloroso e della forza collettiva dei compagni e delle compagne, non abbiamo ceduto alla provocazione allontanando in maniera nonviolenta l’aggressore.

Provocazioni che sono continuate per buona parte del corteo e agite da più persone dello staff, anche quando oramai avevamo conquistato la nostra posizione dietro i carri delle associazioni, fino al tratto finale in cui ci siamo trovat* costrett* dall’intervento della security e della polizia a lasciare il corteo che si stava dirigendo verso il palco allestito in Piazzale Fellini.

Nel momento in cui siamo stat* costrett* a deviare il percorso con il risciò, alle tante persone che seguivano la Spezzona Criticona è stato invece impedito di uscire dal corteo per spingerle verso la festa del palco e solo dopo alcuni momenti di tensione, sono riuscit* a fare breccia e a proseguire con noi la parata, che a quel punto è continuata fino a riprendersi le strade del lungomare e del porto canale per fermarci e concludere con musica e interventi sotto la ruota panoramica.

Questi i fatti, questa la violenza che è stata agita dagli organizzatori stessi o tramite apparati come la security privata di SGS Security Group Service, chissà se pagata grazie al crowdfunding e alle donazioni dei partecipanti e sostenitori del Pride… Se al Pride di Firenze lo scorso 8 luglio sono state le manganellate della celere a “ristabilire l’ordine” e respingere le collettive che manifestavano il loro dissenso da sotto il palco, con tanto di stretta di mano fra gli organizzatori e la Digos dopo le manganellate, a Rimini quello che abbiamo vissuto ci ferisce allo stesso modo, perché ad agire violenza sono state persone gay della comunità che conosciamo e che in qualche occasione hanno anche attraversato i nostri spazi e le nostre iniziative.

Sentiamo il desiderio di elaborare collettivamente quanto è accaduto e per farlo avremo bisogno del contributo di tutt*, in particolare delle collettive nostre alleate e disseminate su tutto il territorio nazionale. Crediamo che si debba aprire una seria discussione a livello nazionale sulla violenza accompagnata da misoginia e queerfobia che si esprime all’interno di Arcigay in alcuni suoi circoli, perché se a Bologna dove dopo anni di lotte dal basso espresse anche all’interno del Pride una sinergia si è creata, un equilibrio è stato raggiunto e si esprime nel RIVOLTA PRIDE, non dobbiamo dimenticare la realtà di tante città di provincia o città turistificate e mercificate come ad esempio Firenze e Rimini in cui le azioni politiche dal basso sono costantemente represse, ostacolate e silenziate.

Sentiamo il bisogno di elaborare quanto accaduto insieme a tutta la comunità lgbtqia+, sentiamo il bisogno di informare i cittadini e le cittadine di Rimini (e non solo) della gravità dei fatti successi. Questa violenza è inaccettabile così come inaccettabile è che si esprima all’interno dei Pride. È la stessa violenza di chi ci opprime dalle aule del Parlamento, solo un po’ più colorata di rainbow ad uso e consumo di misere carriere partitiche. Noi non ci stiamo!

Per questo, dopo che ci saremo leccat* le ferite grazie alla sorellanza transfemminista, annunceremo un’assemblea pubblica cittadina a cui chiunque abbia a cuore i diritti (civili, sociali e umani) è invitat* a partecipare e a portare un contributo.

Con la certezza di essere dalla parte della ragione e di contribuire nel nostro piccolo a fare e cambiare la storia, invitiamo tutt* a esprimere vicinanza e solidarietà partecipando alla BICICHECCATA, il queer pride autogestito che quest’anno attraverserà le strade di Rimini sabato 9 settembre.

SIAMO RESISTENZA, SIAMO FIORI CHE ROMPONO L’ASFALTO (Marielle Franco)

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