Sull’operazione antidroga “Clean Park” e la mala-informazione a mezzo stampa

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Sull’operazione antidroga “Clean Park” e la mala-informazione a mezzo stampa

Con grande stupore e rabbia abbiamo letto l’articolo di oggi sul Corriere Romagna di Andrea Rossini. Abbiamo già dato mandato ai nostri legali, l’avvocato Simone Sabattini ed Elia de Caro di querelare il giornalista e il giornale, al quale chiediamo di pubblicare integralmente questa rettifica.

L’articolo riporta notizie false, tendenziose e destituite di ogni verità, poiché nessuno delle persone arrestate era ospitata nè alla Caritas Rimini nè a Casa Don Andrea Gallo Rimini #perlautonomia 2.0 e neanche a Casa Madiba, come scrive Rossini, che è uno spazio sociale antifascista e femminista di aggregazione, attivazione, mutualismo e cultura indipendente senza alcun progetto di accoglienza nell’attuale sede.

All’interno degli svariati progetti che abbiamo attivato, c’è anche il progetto per l’accoglienza degna delle persone senza casa, che si chiama Casa Don Gallo per l’autonomia, uno spazio di coabitazione e autogestione fra persone senza casa, che ha accolto e salvato in questi ultimi 4 anni, 170 persone, incontrato 350 persone nelle attività di primo contatto come lo Sportello d’ascolto e l’unità mobile di monitoraggio e riduzione del danno operante nel quartiere.

Subito va detto che dallo scorso anno abbiamo chiesto, attraverso le associazioni attive nei nostri spazi, un intervento multilivello adeguato a sanare una situazione insostenibile in primis per realtà come le nostre e per il Centro Anziani Parco Marecchia, con il quale è attiva da più di un anno una stretta collaborazione e sinergia che grazie ai progetti attivati, come il Percorso Partecipato Madi_Marecchia, sta ripensando quest’area urbana anche attraverso percorsi con le istituzioni dai Piani di zona al Community lab con la Regione Emilia Romagna.

Abbiamo fatto decine e decine di incontri istituzionali e con le associazione del quartiere, presentato esposti, fatto denunce per aggressioni e minacce subite personalmente dalle persone arrestate proprio per le nostre azioni di contrasto alle attività di spaccio e ricettazione e per le violenze, le tante violenze e risse, che ripetutamente si sono consumate in tutta l’area.

Per questo non siamo stati contrari all’operazione della polizia di giovedì scorso perché era più che mai necessaria ma sicuramente non sufficiente a sanare una situazione di speculazione e abbandono edilizio che va avanti da più di un decennio su un’area di 6mila metri quadrati. Da soli le nostre azioni non erano più nemmeno un deterrente, e le centinaia di clienti che si recavano nell’area, più di una volta sono stati cacciati quando si trovavano nei pressi dei nostri spazi.

Noi siamo una realtà sociale e antiproibizionista, contro le narcomafie e lo sfruttamento lavorativo e malavitoso della “manodopera” irregolare, non siamo di certo a favore dello spaccio e delle gerarchie e violenze criminali che sfruttano disadattati di giovane età, spesso con gravi problemi psicosociali, fuoriusciti dai centri di accoglienza del territorio, senza parlare una lingua, senza un supporto psicologico, spesso senza documenti, senza una casa anche per effetto delle recenti leggi in materia di sicurezza e immigrazione, che di sicurezza non ne producono proprio. L’impatto maggiore del decreto Salvini sulla sicurezza varato dallo scorso governo lega-5stelle è quello dell’aumento dei senza fissa dimora. Nessun supporto è previsto per coloro che sono costretti a lasciare i centri d’accoglienza, ad esempio le persone che avevano un permesso umanitario e che da un giorno all’altro si ritrovano senza più diritto all’accoglienza e quindi per strada.

Non ci sentiamo pertanto di certo noi i responsabili per questa situazione che denunciamo da diverso tempo anche sui nostri canali di comunicazione, e ci pare più che evidente che ogni pretesto è buono per screditare le attivazioni e le realtà che si occupano di una fascia di popolazione che nessuno vuole vedere, come le persone senza casa, invisibili e senza diritti a prescindere dalla loro provenienza. Se non ci fossimo stati noi a porre un argine a questa situazione, a ridurre il danno anche con le uscite delle unità di strada, con le accoglienze dei richiedenti asilo senza casa fuoriusciti dai Cas e sottratti così alla manovalanza criminale, la situazione sarebbe stata ben peggiore di quella attuale. Per questo servono più spazi come Casa Don Gallo.

Si rende conto il firmatario dell’articolo cosa può pensare un cittadino di Rimini dopo averlo letto? Il giornalista scrive verso la fine che: “Un respiro di sollievo lo possono fare anche quei richiedenti asilo onesti che stanno alla larga dalle attività illegali, ma rischiano di essere confusi, nella percezione della gente, ai migranti in cerca di soldi facili e scappatoie “, ma è invece proprio il contrario quello che accade leggendo l’articolo, si fa confusione e si favorisce l’idea che i progetti di accoglienza della Caritas e quelli di Casa Don Gallo (e non Casa Madiba) favoriscono gli spacciatori dandogli rifugio. Questo è quello che accade per chi legge questo articolo.

Nessuna delle persone senza casa accolte a Casa Don Gallo (così si chiama la struttura di accoglienza!) o alla Caritas è stato coinvolto nell’operazione di polizia.

Sono tre le persone coinvolte nell’operazione “Clean Park” che in passato sono state accolte, in quanto persone senza fissa dimora che ci sono state segnalate dagli operatori dei Cas del territorio, nel nostro progetto di accoglienza per un breve periodo, ma che sono state allontanate dalla struttura proprio per il loro comportamento che non è assolutamente accettato o difeso da Casa Don Gallo. Non abbiamo certo niente da nascondere, insieme a tutte le varie associazioni che operano a contatto con il disagio sociale e abitativo, la devianza e i problemi di dipendenze patologiche e che quindi ovviamente entrano in contatto anche con persone che poi vengono coinvolte in dinamiche di criminalità.
Casa Don Gallo è una struttura che si basa sul principio di autogestione fra persone degne, dove gli abitanti stessi lottano per i loro diritti civili e sociali, con tutte le difficoltà in cui si trovano nell’attuale clima di diffidenza, di non accoglienza e odio da parte di molti italiani.

Si rende conto del danno che fa agli sforzi della città intera per i progetti di attivazione sociale e di riqualificazione urbanistica partecipata di cui parla anche il sindaco Andrea Gnassi nell’articolo alla pag 4 del Rimini – Il Resto del Carlino di oggi dal titolo: “ora rinascerà il centro anziani” ?

No non si rende conto perché non conosce la nostra realtà, perché non è mai venuto a vedere da vicino cosa si fa e come si impegnano gli abitanti di Casa Don Gallo, i soci dell’associazione del centro anziani, i tanti volontari, gli e le attiviste, i vicini, gli operatori professionali, per una casa per tutti, per una vita degna per tutti.

🌀 CASA MADIBA NETWORK 🌀

 

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